Oggi vi presentiamo una battaglia giocata in associazione con miniature molto particolari: i “Paper soldiers” di Peter Dennis. I nostri soci Alberto e Ezio hanno abbandonato per un attimo i pennelli per dedicarsi alle forbici. Il risultato è un bell’effetto visivo.

I miei amici hanno deciso di giocare con le regole di Black Powder la battaglia di Guilford Court House .. uno degli scenari del supplemento “Rebellion!”
La battaglia di Guilford Court House fu combattuta durante la rivoluzione americana il 15 marzo 1781. Si è trattato di uno degli scontri più duri del teatro meridionale della guerra e vide le forze americane al comando del general Nathanael Greene confrontarsi con quelle inglesi al comando del generale Sir Charles Cornwallis
La battaglia rientrava nella campagna lanciata dalle forze britanniche nel 1870 con l’obiettivo di sottomettere il territorio della Carolina. Nella prima parte della compagna le forze di sua Maestà avevano avuto la meglio sulle truppe americane costringendole ad alcune sconfitte (assedio di Charleston e battaglia di Camden) ma queste vittorie erano state il preludio della fine per Cornwallis. Ben presto la avanzata si era trasformata in una serie di azioni di guerriglia da parte americana che avevano fortemente fiaccato il morale inglese.
Per tutto il 1780 il generale americano Greene aveva addestrato le sue truppe “regolari” per muoversi contro gli Inglesi agli inizi del 1781.
In più occasioni Cornwallis aveva cercato di costringere Green allo scontro ma quest’ultimo si era sempre sottratto fino a costringere le truppe inglesi all’inseguimento.
Dopo mesi, gli Americani decidono di concedere battaglia nei pressi di Guilford Court House nella Carolina del Nord. Gli Americani ora superano in rapporto di due ad uno gli Inglesi.
L’obiettivo dello scenario per entrambi gli schieramenti è quello di infliggere al nemico il maggior numero possibile di perdite e di mandare in rotta formazioni chiave. Nel caso degli Inglesi si tratta delle tre brigate di Webster, Leslie e O’Hara mentre le unità principali degli Americani sono quelle di Williams e di Hugers. La battaglia dura 24 turni. Greene non può far arretrare nessuna unità mentre Cornwallis può ritirare unità solo se appartengono ad una brigata andata in rotta.

I due schieramenti iniziali


I reggimenti inglesi arrivano sul campo e prendono posizione.

I comandanti inglesi, Webster e Leslie, iniziano il loro attacco preceduto da un cannoneggiamento che ha poca efficacia ma che costringe le truppe di Greene a sposarsi nei boschi


Sul fianco destro gli irregolari americani, che fiancheggiano Eaton e Butler, cercano di rallentare l’avanzata dei regolari scozzesi ma la cavalleria regolare inglese li dissuade disperdendoli



Il comandante americano è costretto a lanciare una delle sue brigate, quella di Lawson, per supportare il centro e il fianco destro sperando di riuscire a mettere in rotta le unità nemiche ma, le truppe inglesi riescono a tenere la linea e contrattando a loro volta.


Gli Inglesi spingono ormai verso le secondo linee di Greene che cerca di rallentare il loro attacco con l’artiglieria ma i risultati sono limitati.


La battaglia si conclude al 24° turno con una sostanziale vittoria inglese
Nella realtà storica gli Inglesi rivendicarono la vittoria perché ottennero il possesso del campo e catturarono 4 cannoni e 1.500 moschetti americani. Ma la vittoria fu una vittoria di Pirro.
A fronte di circa 250 perdite tra morti, feriti e prigionieri riportate dagli americani, i britannici dovettero registrare più del doppio delle vittime, pari a 550 tra morti e feriti; i soli battaglioni della guardia britannica persero 11 ufficiali su 19 e 200 soldati su 450 che avevano iniziato la battaglia.
Alla fine il comandante inglese fu costretto alla ritirata perché non più in grado di procedere nell’invasione delle due Caroline a causa di carenza di uomini.